LA GRANDE ILLUSIONE
Curatore: Ilario D'Amato
Testo critico: Antonio Geirola
Il volume “La grande illusione”, Edizioni Daphne Museum, venne progettato inizialmente come normale catalogo per la prestigiosa mostra d’arte tenutasi dal 14 novembre al due dicembre 2012 presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma. Di ragguardevoli dimensioni: cm. 28x28 circa, con 144 pagine, esso andò sviluppandosi nel corso della realizzazione, come qualcosa di più, palesando peculiarità e contenuti che probabilmente andarono al di là delle intenzioni sia dell’editore che degli gli stessi autori. Ciò è certamente da attribuirsi da un lato alla pregnanza dei contenuti, evidenziata nel sottotitolo “Spazio -.tempo e persistenza della memoria”, e dall’altro all’impegno dei due protagonisti principali, Evan De Vilde e Nello Petrucci, che presentarono delle opere (nello stesso pubblicate), per alcune delle quali non esiterei ad usare il termine capolavori. Alcune peculiarità del volume sono palesi, come l’eleganza dell’impaginazione e la qualità e chiarezza delle immagini, agevolate dalle dimensioni; il gioco grafico negativo-positivo tra le pagine sinistra e destra, con suggestivi effetti; le frequenti note di lettura dei lavori esposti, con approfondimenti il cui spessore culturale è fuori discussione sono tutte caratteristiche che certamente non saranno sfuggite ai lettori più attenti. Altre sono meno evidenti ed immediate: la scelta del colore giallo per la copertina, ed il titolo stesso, infatti, rappresentano un esempio di coerenza; infatti se è vero, come di fatto lo è, che uno dei temi dominanti è quello della Memoria, allora la scelta del colore non è casuale: interessanti studi di psicologia in tempi non lontani, evidenziarono scientificamente che il colore giallo è uno di quelli che maggiormente vengono ritenuti nella memoria umana; analogamente il titolo, riecheggiando quello del celebre film di Jean Renoir , (Oscar nel 1939), è destinato a radicarsi nella mente per ovvi processi associativi. Sarebbe interessante addentrarsi anche nei contenuti delle note critiche, ma ciò esula da questo ambito; mi limiterò solo ad osservare che questi conferiscono al volume esaminato una dignità tale da potercelo far definire decisamente libro di notevole interesse.